Fattura sanitaria: come, dove, quando, perché.

Si fa in fretta a dire “sanitaria!” ad una fattura, ma poi sappiamo realmente cosa significa? Cioè sia da un punto di vista – potremmo dire – “semantico”, sia da un punto di vista pratico, diciamo pure “fiscale”?

La confusione è tanta in merito e spesso, come ben sappiamo, si finisce col chiudere gli occhi, lanciare la monetina e far scegliere alla sorte (“il destino mi dirà se sei sanitaria oppure no”, oppure “tanto io sono forfetaria, che mi importa?!”). Importa eccome invece.

Allora vediamo di fare chiarezza.

L’essenza “sanitaria” di una fattura dipende dalla prestazione che inseriamo nella fattura stessa. Quindi se io fatturo ad esempio una formazione questa, NON essendo sanitaria, mi darà luogo ad una fattura NON sanitaria (con tutte le conseguenze del caso, tipo forse l’obbligo di fattura elettronica, ecc. che vedremo più avanti).

Ho erogato colloqui psicologici oppure ho fatto una seduta di psicoterapia? Benissimo! Queste sono prestazioni sanitarie e se le metterò in una fattura, avrò una fattura sanitaria.

Ma cosa è una prestazione sanitaria o meglio, quando una prestazione è sanitaria?

La domanda capita di sovente, allora vediamo di dare una spiegazione, una definizione. Citiamo quindi direttamente il sito del Ministero della Salute (link qui):

“[…] le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, cioè le attività finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite e acquisite […]”

Ministero della Salute

Quindi, potremmo dire un pò parafrasando ed integrando la definizione di cui sopra che “prestazione sanitaria” sono tutte quelle attività (professionali) o prestazioni che un professionista (sanitario) eroga, che hanno l’obiettivo o scopo di promuovere la salute, la prevenzione, l’individuazione (diagnosi), rimozione (cura, trattamento) e contenimento (gestione) di esiti degenerativi o invalidanti di patologie. Di qui si comprende come la formazione non soddisfi tali scopi, ma una valutazione psicodiagnostica sì, come anche un colloquio di sostegno psicologico.

Ok, ora è più chiaro. Ma perché devo specificare in fattura se una prestazione è sanitaria?

In primis “perché no”, verrebbe da dire. Se la prestazione è sanitaria, è giusto specificarlo. In secondis per ragioni fiscali: ricordiamo infatti che le prestazioni sanitarie sono esenti IVA, quindi se non contrassegno una prestazione come sanitaria, verrà applicata IVA.

“Ma io sono forfetario, quindi non ho IVA”.

Aspettavamo questa obiezione. E’ vero. Ma un forfetario che emette fattura ad un paziente per una seduta psicologica, senza contrassegnare tale prestazione come sanitaria, non potrà effettuare la trasmissione di tale fattura a STS.

E questo cosa comporta?

Comporta che il paziente non potrà detrarre la spesa sanitaria, ad esempio. Comporta che se vengono effettuati controlli e si scopre che un professionista non ha emesso fatture sanitarie quando le prestazioni che erogava in realtà lo erano, ha eluso ad esempio la trasmissione STS. E sappiamo che per ogni fattura non trasmessa a STS ci sono salatissime sanzioni.

Quindi?

Quindi se la prestazione che fatturiamo è sanitaria, non ci costa nulla contrassegnarla come tale. Emetteremo quindi una fattura sanitaria. Se poi il destinatario della nostra fattura è una persona fisica, ad esempio un paziente, allora dovremo trasmetterla a STS.

Ma posso emettere fattura sanitaria anche ad aziende?

Assolutamente sì. Pensiamo al caso più frequente in cui un professionista eroga prestazioni sanitarie all’interno di una struttura sanitaria privata (studio multidisciplinare, ad esempio). Il paziente paga alla struttura e poi a fine mese il professionista fattura alla struttura il numero di prestazioni erogate. In questo caso se ha erogato sedute o psicoterapie, saranno prestazioni sanitarie, inserite in una fattura che viene inviata alla struttura.

Prova PsicoGest GRATIS