Le sanitarie saranno elettroniche (forse) dal 1° gennaio 2024

“E ci risiamo” potrebbe dire qualcuno… anzi, in tantissimi lo dicono.

Ci si avvicina alla fine di un anno e all’inizio di quello successivo e, benché un anno sia passato, la situazione è sempre la stessa e caratterizzata da un clima di incertezza.

Di cosa stiamo parlando?

Dello stesso argomento dello scorso anno: l’obbligo di fattura elettronica anche per le fatture sanitarie a privati, le sedute per le terapie per intenderci (non solo per quelle, ma a titolo di esempio, ndr.). Ma andiamo per passi.

Stato dell’arte

Ad inizio di questo 2023 – anzi per essere precisi con il 31.12.2022 – terminava il divieto di invio a SDI delle fatture elettroniche contenenti prestazioni sanitarie verso privati. Divieto introdotto a seguito del parere sfavorevole (all’invio a SDI) da parte del Garante della privacy, il quale sosteneva che dati sensibili come quelli contenuti nelle fatture degli psicologi (il semplice fatto che il sig. Mario Rossi sia andato da uno Psicologo, ad esempio). A fine 2022 non essendo giunte notizie di proroghe del divieto, fu opinione generale che tale divieto sarebbe decaduto nel 2023. Si stappa alla mezzanotte del 2022 e si saluta il vecchio anno, accogliendo il 2023 e ancora nulla. Ci si affaccia nel 2023 e ancora nulla e quindi “Non vi è più il diviet…” STOP: decreto mille proroghe. Divieto prorogato per tutto il 2023.

Ora quindi ci troviamo in una sorta di dejà-vu (o dejà-veçu), ma poiché effettivamente è la stessa storia che si ripete. Pur lontani ancora dal capodanno 2023-2024, ancora nulla si sa, ad eccezione del fatto che la proroga scade al 31.12.2023 e che altre categorie – per le quali in passato il Garante si era espresso in modo contrario all’invio delle fatture elettroniche a SDI (gli avvocati), hanno ottenuto già quest’anno il nulla osta e fatturano allegramente in modalità elettronica. Ma i dati sanitari sono diversi e lo sappiamo, quindi tutti gli scenari sono ancora aperti e possibili: massima entropia.

Ma quali sono questi scenari?

Scenario 1: Nuova proroga

Potrebbe uscire un nuovo decreto a fine 2023/ inizio 2024, che tra le altre cose, proroga il divieto di emettere fatture elettroniche (con conseguente invio a SDI quindi) nei casi di fattura sanitaria a privato cittadino (leggi: paziente). Nessuna variazione quindi rispetto a quanto in vigore fino ad oggi. Presumibilmente rimarrà l’obbligo di invio a STS, forse con qualche modifica (poi magari ritrattata) sulle scadenze (ricordate il “balletto” per gli invii mensili poi sempre trasformati in invii semestrali? Ne abbiamo parlato anche nel blog. ndr.).

Scenario 2: Fine delle proroghe

Il Governo potrebbe non prorogare più il divieto e quindi tutte le fatture, anche quelle sanitarie verso privati, dovranno essere elettroniche. Poco male in realtà in termini operativi, non fosse che questo scenario porterebbe con sé altre domande (e chissà se sono domande a cui i nostri governanti avranno pensato o se invece si intaseranno i centralini, vi saranno rettifiche, comunicazioni aggiuntive in corso di anno, ecc ecc – tutta roba già vista! ndr.). A cosa ci riferiamo? Una su tutte: “Se vi sarà obbligo di fattura elettronica per la prestazione sanitaria a privato, STS dovrà avvenire lo stesso (quindi con una sorta di doppia comunicazione) oppure sarà abolito? E se sarà mantenuto, la scadenza di invio STS sarà mensile (dato che le fatture elettroniche vanno trasmesse entro 12 giorni a SDI) oppure la trasmissione sarà sempre semestrale? E dato che le fatture elettroniche non sono modificabili una volta inviate a SDI, in caso di errori come si procederà? Con note di credito a storno e nuove fatture che sposteranno però magari in diversi casi la congruità delle date?

Potremmo andare avanti a lungo con le domande. Potremmo anche dire che confidiamo che i nostri governanti saranno in grado di darci istruzioni precise fin da subito… ma non azzardiamo una tale affermazione.

Cosa fare quindi?

Nulla, nei fatti. Per il momento non si può fare granché, solo restare in attesa di nuove comunicazioni da parte del Governo. Quale che sia l’opzione o scenario che si concretizzerà, con PsicoGest, non vi saranno problemi: come già capitato in passato il sistema potrà essere aggiornato in tempi estremamente rapidi, al fine di consentire di fatturare nel modo corretto ed in linea con le disposizioni.

Un consiglio?

In questo clima di incertezza, oltre a consigliare di non farsi prendere dall’ansia, suggeriamo di evitare di fatturare subito al primo gennaio (salvo nel frattempo siano state emanate circolari o provvedimenti che chiariscono la situazione). Meglio piuttosto tenere traccia delle prestazioni erogate e dei compensi percepiti e fatturare dopo qualche giorno. Ricordiamoci che anche qualora decadesse il divieto di fattura elettronica (e quindi fosse obbligatorio emetterla anche per le sanitarie a privati), ci sono sempre 12 giorni di tempo per inviare a SDI la fattura, quindi…

Il paziente paga meno? Modifico la fattura!

E’ meno infrequente di quanto si pensi lo strano fenomeno per il quale i pazienti talvolta paghino meno di quanto indicato nel “totale a versare” scritto in fattura.

Il motivo?

Potremmo aprire lunghe disquisizioni, su cosa passi per la testa del paziente, su quale messaggio (di svalutazione?!) possa esserci dietro… fatto sta che da un punto di vista pratico, questa esperienza è davvero poco piacevole. Ma come si comportano gli psicologi? E come soprattutto bisognerebbe comportarsi?

Ci scrive in chat il dott. Rossi (cognome di fantasia, puramente rappresentativo di centinaia (!) di chat simili.

“Salve PsicoGest. Un paziente mi ha pagato meno del dovuto. Come posso modificare la fattura per poi mandarla a STS?”

dott. Rossi

Tipicamente l’ammanco riguarda il contributo ENPAP e/o il bollo; ad ogni modo la nostra risposta è sempre la stessa:

“chieda l’integrazione del pagamento”.

Sembrerebbe logico: se si va a fare la spesa e il conto è di €. 134,00 ma abbiamo solo €. 130, l’addetto alle vendite ci chiederà come vogliamo saldare il residuo; difficilmente modificherebbe il conto per ridurne l’importo al fine di farlo corrispondere a quanto da noi versato.

E perché non dovrebbe essere così anche per lo Psicologo?

Assolutamente! Non vi è alcuna differenza. Per questo motivo non ha senso alcuno modificare una fattura (perdendo tra l’altro altro tempo, per non dire anche l’eventuale bollo già applicato sulla prima versione) per andare incontro a quanto versato dal paziente. Se lo si facesse non solo di andrebbe a perdere del guadagno (che viste le difficoltà della categoria, non è decisamente auspicabile), ma si andrebbe anche a svalorizzare la propria attività. Sarebbe come far passare al paziente il messaggio che “la mia seduta costava TOT €, ma pagami quello che preferisci, poi modifico e mi adeguo”.

Quindi mi raccomando: i pazienti possono sbagliare a pagare, ma è un diritto e un dovere richiedere il saldo della propria fattura, per le prestazioni erogate. Per le quali avete studiato e continuate a studiare, investire, tempo e anche denaro; per l’affitto dello studio, gli spostamenti, ecc.

Altrimenti fate la prova del supermercato. Se la cassiera riduce il conto dateci l’indirizzo del Supermercato!

PS: E se poi volete eliminare questo fastidioso problema del paziente che paga cifre diverse rispetto alle fatture, in PsicoGest c’è l’incasso facilitato con FlowPay. Vuoi saperne di più? Vai nel menu laterale del tuo account PsicoGest

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