Nel 2022, più precisamente il 1° luglio 2022, è entrato in vigore l’obbligo di fattura elettronica anche per i forfetari (e minimi).
Quindi anche i regimi cosiddetti “di vantaggio” sono stati assoggettati ad una complicazione che fino a fine giugno era stata solo in capo ai regimi ordinari. Ovviamente nulla e nessuno ha mai vietato ai regimi di vantaggio di emettere fatture elettroniche, ma non vi era mai stato un obbligo vero e proprio (ad eccezione delle fatture emesse nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni).
Ebbene il “vantaggio” dei forfetari e dei minimi da luglio si è ridotto. Procedimento questo che ha creato non poco scalpore, proprio in virtù della complicazione (e in molti casi anche di aumento dei costi per i liberi professionisti) che ciò ha comportato, in netto contrasto con il principio di facilitazione con cui sono da sempre stati caratterizzati i regimi – appunto – di vantaggio.
Dal 1° luglio 2022 fatture elettroniche anche per forfetari e minimi
Consapevoli forse della poco corretta procedura, gli alti vertici hanno tuttavia deciso di creare alcune (piccole!) specifiche e limitazioni a tale nuovo obbligo. In questo modo hanno forse pensato di poter “indorare” almeno parzialmente l’amara pillola.
Almeno inizialmente, quindi, è stato stabilito che i forfetari assoggettati all’obbligo di fattura elettronica, dovessero essere solo quelli con ricavi maturati nel 2021 pari ad un importo di €. 25.000 (o più); nessun obbligo quindi per chi nel precedente anno avesse totalizzato ricavi inferiori. (“Apperò”, viene da aggiungere!). Vietate invece sempre le fatture elettroniche verso privati, in caso di prestazioni sanitarie.
Questa non tanto piccola rivoluzione ha creato parecchio scompiglio, oltre a numerose arrabbiature per l’ennesima complicazione in un sistema già sufficientemente complesso (basti pensare al tanto amato STS, giusto per non fare nomi). Tuttavia i forfetari (e i minimi) colpiti dall’obbligo – cuore in pace – sono passati alla fatturazione elettronica, immaginando (anzi sapendo!) che la “Spada di Damocle” sulle loro teste incombe minacciosa per il futuro, in direzione di quello che sarà un obbligo di fattura elettronica per tutti, forfetari e non, indipendentemente dai ricavi e dal fatturato.
Cosa succederà nel 2023?
All’obbligo che potremmo definire “totale” non manca molto: salvo cambi di direzione entrerà in vigore nel 2024. Ma cosa succederà dal 1° gennaio 2023? Chi saranno i forfetari (e minimi) obbligati alla fattura elettronica? Quanto dovranno aver guadagnato?
Ebbene – sempre salvo modifiche dell’ultimo – nel 2023 saranno obbligati alla fattura elettronica tutti i regimi di vantaggio che nel precedente anno (quindi in questo 2022, in cui stiamo scrivendo) hanno totalizzato ricavi per almeno €. 25.000. Apparentemente non cambia nulla, ma vi è una piccola differenza rispetto a quanto accaduto a luglio 2022 e la differenza sta nel tempo.
A luglio infatti, vi era la possibilità di avere già in mano il calcolo dei propri ricavi, poiché entro giugno si era proceduto con il commercialista al calcolo delle proprie imposte. Per il 2023 invece l’obbligo alle condizioni di cui sopra scatta dal 1° gennaio 2023. Sarà quindi necessario sapere già entro il 31.12.2022 se i propri ricavi all’interno del 2022 hanno raggiunto i fatidici €. 25.000 oppure no.
A ciò si aggiunge che il calcolo, in alcuni casi ma non in tutti invero, sarà particolarmente delicato. Ci riferiamo in questo senso a chi si avvicinerà molto ai venticinquemilaeuro e al nuovo sistema di calcolo che è “entrato in vigore” (in realtà è stato chiarito, ma era già in vigore dalla notte dei tempi; solo che era talmente tanto chiaro che per anni hanno sbagliato tutti ad interpretarlo…) con la risposta all’interpello 428 di Agenzia delle Entrate. In cui si chiariva che il bollo era da intendersi imponibile per i forfetari che lo regolavano a carico del cliente, in fattura.
Quindi un soggetto che nel 2022 ha avuto ricavi molto vicini (a occhio) ai €. 25.000 dovrà fare molto bene i conti, conteggiando anche i vari 2€ di bollo che ha posto a carico dei propri pazienti/ clienti. Ciò perché somma un bollo e poi un altro e poi un altro ancora, la soglia dei venticinquemila potrebbe essere raggiunta, implicando obbligo di fattura elettronica.
Tutto molto bello, semplice e per nulla complesso per i “regimi semplificati”. In tutta la questione, di semplificato rimane proprio solo il nome. Per fortuna almeno con PsicoGest si possono creare tutti i tipi di fattura. Anche all’ultimo, senza sbagliare.