Partito l’obbligo delle fatture elettroniche anche per i forfetari (non tutti) e con esso si è aperto per molti psicologi un mondo nuovo, quello delle Fatture elettroniche.
Una specie di Matrix, ma per le fatture. In cui niente è come sembra, proprio a partire dal concetto di fattura. Avete presente quel profumo di carta, l’odore del timbro, il foglio che lievemente si arriccia sotto la pressione della biro incalzante? (gli inguaribili affezionati al bollettario sapranno bene di cosa stiamo parlando).
Bene: nulla di tutto ciò con la fattura elettronica. Con lei decade tutto: la carta, i timbri, i bolli applicati, ma anche l’aspetto grafico, le intestazioni a lungo studiate, i colori provati e riprovati, il logo… niente, nulla.
La fattura elettronica è Matrix. Un insieme di codici e numeri che partono da un punto A (il vostro gestionale, auspicabilmente PsicoGest) per andare a SDI (si, esatto, non B) che poi manda a B.
Ma non sempre. O meglio, non sempre manda a B perché spesso si pensa che B sia ciò che – in realtà – non è.
Confusi? Bene, allora facciamo chiarezza.
SDI è il Sistema di Interscambio di Agenzia delle Entrate, un impiegato indomito e stacanovista (eppur statale.. sic!) che prende fatture e le manda, riceve fatture e le recapita, trova errori e blocca, ecc… insomma, lavora.
La vera destinazione di una fattura, tuttavia, non è una persona, un’azienda, ma il cassetto fiscale dell’azienda o della persona o del professionista. Poi il professionista (o l’azienda) può indicare una specie di indirizzo, per ricevere la fattura in un posto preciso: un codice destinatario (tipicamente presso il proprio gestionale) oppure una PEC (posta certificata).
Ma cosa succede se un destinatario non indica un codice o una PEC?
Semplice. Che SDI segnala impossibilità di consegna.
Ma quindi la fattura è da rifare?
No, assolutamente. Impossibilità di consegna riguarda la parte finale di quello che dicevamo sopra, cioè l’indirizzo finale, per avere il “delivery” della propria fattura. In mancanza di tale indirizzo la fattura non torna indietro, ma viene lasciata nel cassetto fiscale del destinatario. Che quindi potrà recuperarla da lì.
Il ciclo della fattura quindi sarà a tutti gli effetti terminato: non si dovrà emettere nuovamente la fattura, tentare un nuovo invio, stornare e riemettere… basterà solo avvisare il destinatario che la fattura è nel cassetto fiscale.
Quindi di verificare e, soprattutto, procedere con il pagamento.